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  • Immagine del redattoreAlessia Luongo

UNA PICCOLA GEMMA A NIZZA - PALAIS LASCARIS


Ciò che è più nascosto, da sempre lo reputo più prezioso. Ciò che va cercato, sospirato, merita sempre una menzione d'onore più di un qualcosa di fin troppo manifesto. È questo quello che ho provato quando sono stata al Museo degli Strumenti Musicali a Nizza, al Palais Lascarais.


Sono stata ospite per un Festival a Nizza e hanno inserito la mia performance all'interno di questo palazzo barocco, su stile genovese e così bello da lasciare una bellissima sensazione.


Sicuramente parto contro corrente contro il piacere degli altri, il fatto che sia nascosto tra i palazzi e tra le strade, l'ho amato! Ma tra l'altro sono proprio le caratteristiche di una città che mi fanno impazzire tutti i lati nascosti, i vicoli in cui ti ci devi perdere.

Il palazzo non posso dire sia tenuto benissimo, questo purtroppo no: è un immenso patrimonio ma si potrebbe tenere meglio.

Quando sono arrivata, non mi hanno presentato il Palazzo e neppure invitato (gratuitamente o non!) a visitarlo. Questo è stato il primo museo in cui mi sono esibita in cui è capitata una situazione del genere. Spesso proprio perché sono la performer dell'evento, il direttore o chicchessia ha completo piacere a invitarmi di sala in sala, o anche mi lascia girare liberamente. Questo è un vero peccato. È come dare per scontato fin troppo quello che si ha.

Il Palazzo è un modesto palazzo barocco, che però a mio parere merita la visita anche perché con 10€ hai accesso ad altri Musei a Nizza, quindi perché lasciartelo scappare se puoi visitare qualcosa di più? Secondo me ciò che ha più di più prezioso sono proprio gli strumenti musicali antichi.

Sarà forse per me che essendo non sono una persona che li suona, ma anche studiosa delle maniere antiche di suonare e concepire arte e musica, è importante per me visitarle. Per un pubblico esterno, non appassionato o comunque appassionato nella media, ammetto che forse può risultare noioso.

Gli strumenti sono tenuti abbastanza bene e la collezione è ben fornita. Come sempre in questi posti, mi chiedo se non sia il caso di dover almeno mettere in filodiffusione la musica suonata da copie (non per forza pretendere di prendere gli strumenti che si vedono nelle teche!). I secoli che abbraccia la collezione è lunga e interessante.

Il nizzardo Antonio Gautier (1825-1904) ha raccolto una delle collezioni musicali più significative dell'Europa dell'Ottocento, comprendente oltre 300 strumenti provenienti da tutto il mondo, insieme a una ricca biblioteca di libri e spartiti.

Mi sembra di aver capito che non si conosce con esattezza chi sia il liutaio che nel 1878 riparò gli strumenti della collezione. Eventualmente dovessi sbagliarmi, sarà mia premura correggere questo articolo o aggiornarvi sulla sua modifica. Comunque, resta effettivamente un mistero su chi si sia occupato di tale collezione. Si ipotizza sia Nicola Bianchi che operò a Nizza intorno al 1872. Sicuramente non il suo allievo, François Bovis che non era neppure nato. Bovis fu colui a cui nel futuro Gautier chiese di occuparsi e tener cura degli strumenti.

Non vi sono tanti strumenti a pizzico, ma la rarità dei suoi nomi è importante: Giovanni Tesler, René Voboam, liuti e tiorbe di Albertus, Fonanelli e Bernia. Come tutti coloro che vivevano nel 1800, Gautier era innamorato di queste chitarre-lira, chitarre-arpe, arpe-liuti e tutti gli ibridi che potete concepire nella vostra fantasia.

Non il miglior museo musicale, non il peggiore. In una media...


Io ho avuto occasione, onore e piacere di esibirmi.


Ottima acustica... d'altronde come non potrebbe essere così in un palazzo barocco... luogo per eccellenza. L'organizzazione della sistemazione del pubblico un po' meno. Mi è stato detto che avevano sala per concerti ma era in ristrutturazione, e nel momento in cui il pubblico ha manifestato la volontà di sedersi, anche su dei gradoni pur di non stare in piedi, si sono anche stupiti!


Pur quanto questo, ho amato la Francia ed è stato un amore a vicenda: Nizza ha amato il mio repertorio e tutto quello che volevo trasmettere.

Ho parlato poco, chiedendo numerose volte scusa per il mio francese. Ero dovuta a delle scuse nel momento in cui appena entravo in qualsiasi luogo al mio solo "Bonjour" dicevano "Italienne!?" (Francesi alla lettura, un giorno datemi lezioni di accento. Immagino sia inascoltabile). Numerosi i commenti entusiastici e alla fine delle persone mi hanno chiesto "Come fa ad essere una musica antica così moderna, così rock?" Ho concordato con loro che c'era un'immensa modernità in tutto ciò che è il repertorio tradizionale e antico legato al barocco, perché siamo a un passo dalle rivoluzioni e all'inizio delle scoperte.

D'altronde è proprio facendosi trascinare dal passato che si comprende quanto tutto possa essere attuale. Oltretutto, mi hanno dedicato degli applausi e dei sorrisi straordinari. E io ho dato loro tutta la mia energia, cosa che alla fine mi è stata fatta notare e di cui mi hanno ringraziato molto. Mi ha accompagnato in questa avventura il mio partner di scena Manuel Pernazza, che ha partecipato alla performance come Pulcinella.


Anche qui, una perfetta collaborazione tra pubblico e maschera, non c'è stato bisogno per Manuel di tradurre alcunché, il pubblico ha compreso tutti i suoi giochi e lui ha saputo capire tutto ciò che loro chiedevano.

Nel momento in cui poi abbiamo completato l'esperienza del concerto come momento performativo della musica della commedia dell'arte e cioè, quando sono arrivata io vestita in maschera, in un boato di giochi comici fisici e di parole (italiane! Dialettali!) il pubblico si è lasciato trascinare in un mondo surreale, straordinario, magico e onirico. Le maschere hanno vinto e gli strumenti trionfato.



Merci beacoup, France. MERCI BEACOUP, Nice. (Boulangerie mon amour, ma da sempre. Da quando ho potuto scoprire cosa fossero i forni francesi che volevo assaggiare le boulangerie francesi. Ho fatto incetta di pain au chocolait, croissant, pan suisse a profusione. La Socca che sfido gli italiani pronunciare è stata una grande sorpresa. Poi Baguette, il mio amore ora per il pain bagnat... oh ma sta diventando un altro tipo di blog. Mi fermo qui. Per decenza.)


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